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Il soggiorno del poeta Lord Byron a Venezia

Il celebre scrittore britannico George Gordon, meglio noto come Lord Byron, trascorse a Venezia alcuni anni della sua vita, precisamente quelli tra il 1816 ed il 1819. Lo scrittore sbarcò a Venezia dopo aver lasciato il proprio Paese in ragione dei debiti e degli scandali accumulati in madrepatria.

Durante il periodo che trascorse a Venezia, Lord Byron non si stabilì in un piccolo appartamento in affitto, ma scelse di alloggiare nel maestoso Palazzo Mocenigo, circondato da servi e da diversi animali.

Negli anni trascorsi in questa città, il poeta scrisse le prime parti del suo celebre Don Juan e si prodigò nello studio dell’armeno, recandosi regolarmente all’isola di San Lazzaro degli Armeni, ove si trovava una comunità di monaci che ancor oggi conserva una parte dei libri e degli scritti del poeta. Lord Byron si dilettava anche nel condursi a nuoto fino all’isola del Lido, ove visitava frequentemente il cimitero ebraico.

Venezia seppe ispirare dei sentimenti molto profondi nel poeta, con la sua bellezza ed i suoi aspetti velatamente malinconici. Queste emozioni emergono in modo molto chiaro nell’opera Beppo, la storia veneziana che fece conoscere al mondo il celebre Ponte dei Sospiri. Costruito nel 1614, questo è il ponte che connette quelle che un tempo furono le prigioni al Palazzo Ducale e che deve il suo nome ai sospiri che i condannati avrebbero fatto rivolgendo il loro ultimo sguardo alla laguna e alla città.

Le origini del contratto di locazione

Il contratto di locazione è un istituto giuridico attraverso il quale il locatore si impegna a consentire al conduttore di utilizzare un bene per un intervallo di tempo (attualmente di massimo trent’anni) dietro un compenso, denominato canone o pigione.

Tale contratto trae le sue origini dall’istituto del diritto romano noto come locatio conductio. Con questo termine, si faceva riferimento ad un contratto di natura consensuale attraverso il quale una parte si obbligava a mettere a disposizione della controparte una cosa che sarebbe stata restituita dopo un determinato periodo di godimento o a seguito di una lavorazione o una manipolazione pattuita. All’interno di questa fattispecie piuttosto ampia, secondo alcuni studiosi, erano ricompresi diversi tipi di contratto, ovvero la locatio operarum (assimilabile all’odierno contratto di lavoro di tipo subordinato), la locatio operis (assimilabile al lavoro autonomo e al contratto di appalto di oggi) e la locatio rei (ove l’oggetto era costituito da una res, ovvero una cosa, come nel caso della locazione in senso stretto). Secondo altri studiosi, invece, tale distinzione apparve solo più tardi, ovvero in epoca medioevale.

Degno di particolare nota è che il termine “locazione” non risulta essere molto utilizzato nel linguaggio corrente. Molti infatti tendono ad utilizzare il termine “affitto” anche in tutti quei casi in cui sarebbe invece corretto parlare di locazione. In base a quanto disposto dal codice civile, infatti, si parla di affitto quando l’oggetto del contratto è un bene con carattere produttivo, come un animale, i terreni, le aziende. Si parlerà invece di locazione con riferimento a beni diversi da quelli produttivi, come le abitazioni.

Il ponte di Rialto

Numerosi appartamenti in affitto a Venezia si affacciano sul magnifico ponte di Rialto. In origine, sembra che il primo ponte che univa le due sponde del Canal Grande fosse fatto di barche e si dovette attendere il Dodicesimo secolo per assistere alla costruzione di un vero e proprio ponte di legno ad opera di Nicolò Barattiero. Questa costruzione prese inizialmente il nome di ponte del Quartarolo o ponte della Moneta. Quest’ultima denominazione era legata secondo alcuni al fatto che su una delle sue sponde aveva sede la zecca, secondo altri al pedaggio che doveva essere pagato per utilizzare il traghetto che collegava le due sponde del canale antecedentemente alla costruzione del ponte.

Con il passare del tempo, la zona di Rialto si affermò sempre più come punto di riferimento per gli scambi commerciali ed il ponte dovette sostenere una crescente pressione per l’incremento del numero di persone che lo attraversavano quotidianamente. Per far fronte a questo crescente traffico, intorno alla metà del Duecento il ponte venne ricostruito e prese il nome di ponte di Rialto proprio per la crescente importanza che stava assumendo il mercato della città.

In seguito, nel corso del Quattrocento, su entrambi i lati del ponte vennero costruiti dei negozi e le somme riscosse dalla tesoreria dello stato per la locazione di queste attività venivano dedicate alla manutenzione della struttura.

Nel corso dei secoli seguenti, il ponte subì dei danni e in due occasioni la struttura addirittura crollò. A partire dai primi anni del Cinquecento vennero avanzate le prime proposte volte a renderlo più solido e a costruirlo in pietra. Nei decenni successivi vennero valutati diversi progetti e la scelta ricadde sulla proposta avanzata da Antonio da Ponte, la cui approvazione portò alla costruzione dell’attuale ponte di Rialto tra il 1588 ed il 1591.

Ad oggi, il ponte di Rialto conserva la medesima struttura acquisita sul finire del Cinquecento e rappresenta uno dei simboli più noti in assoluto della città di Venezia. La struttura proposta da Antonio da Ponte si dimostrò molto solida, tanto che i primi lavori di restauro furono effettuati nel 1738. Componente essenziale della sua durata nel tempo, è stata senza dubbio la scelta del materiale con cui costruire le balaustre, ovvero la pietra d’Istria. Tale materiale, utilizzatissimo nella città, è una roccia sedimentaria calcarea che resiste molto bene alle intemperie del clima lagunare e che si è dimostrata adatta anche a far fronte al passaggio delle numerose mani di tutti coloro che ogni giorno attraversano questa magnifica struttura.